lunedì 13 agosto 2007

Manhattan Transfert

Una strada di Kingasani
Kingasani è come Manhattan.

A prima vista, come scrivevo i primi giorni, sembra un quartiere-fungo nato spontaneo lungo le vie dell'autostrada che collega Kinshasa all'aeroporto. Un pò come il Mandrione, come il borghetto degli Angeli, dove poco prima che partissi stavano facendo le fogne; quarant'anni dopo la nascita del quartiere.

Non è proprio così. E' vero, le fogne non ci sono neanche qua. E' vero, dall'autostrada gli svincoli non sembrano esistere; bisogna passare attraverso il "marciapiede", o meglio la strada di sabbia dove passano i pedoni, e infilarsi in vie di sabbia e terra sempre più strette man mano che ci si allontana dalla via principale.

Ma la fisionomia del quartiere è identica a quella di Manhattan. Le strade sono tutte ad angolo retto tra di loro e costituiscono degli isolati; ogni via ha un nome, e gli insiemi di vie costituiscono dei sottoquartieri, anche loro con i loro nomi. Gli isolati possono appartenere a più proprietari, ognuno con la sua "parcelle", la particella di terreno.

Tutto è molto più ordinato e organizzato di come sembra a prima vista. Ci sono le "rues marchandes", più affollate delle altre, con i banchetti che fungono da negozi: dai peperoncini, al pesce essiccato, al carbone, ai cellulari. Ovviamente tutti hanno un cellulare qua; con 1 dollaro si può avere una scheda. Niente nome, cognome, residenza: un dollaro.

Metà dello stipendio medio giornaliero.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Daniele! interessante il blog, bella immagino l'esperienza. se volete dirottarvi su kampala prima di addis you guys are very welcome!
ciao, continuo a seguirti, g.

Daniele ha detto...

Ciao Giulia,

Che bella sorpresa!

Grazie per l'invito a Kampala... In effetti è quasi sulla strada per Addis, ma ci dovremmo far paracadutare dall'aereo :-)

Ciaociao,

D.