lunedì 29 settembre 2008

A Day in the Life of Budapest.

Margit Island, Margit Bridge
Ogni giorno prendo quel tram, che sta passando su quel ponte, il ponte Margherita (Margit Híd). Il tram c'è, ingrandite la foto. E ogni giorno guardo dal ponte, vedo il Danubio e penso con sorpresa: "Ma sono a Budapest!". Non faccio altro che studiare, praticamente. Quando esco di casa vedo all'università. E viceversa.

Non ho avuto molte occasioni di godermi la città per ora, che è un peccato. Budapest non è una città piena di monumenti da visitare (tipo Roma o Parigi, per dire), che dopo puoi raccontare "ho visto il Colosseo" o "accidenti quanto è piccola la Gioconda". Budapest è una bellissima città da vivere. E' una città da girare, da perdercisi. E' una di quelle città in cui ti siedi in un caffè e guardi il mondo passare, un posto dove ogni tanto scopri dei vicoli nuovi e degli splendidi cortili interni pieni di verde.


O pieni di locali, come il Szimpla Kert. Una ex-fabbrica riadattata a locale, con tavoli e sedie raccattati in giro e una vecchia Lada convertita in tavolo in mezzo al cortile. A due passi da casa mia.

Abito nel VII quartiere, o "kerület" (qui si usano i numeri per i quartieri, proprio come a Parigi e Roma). Il VII è il vecchio ghetto. Ci sono almeno 3 sinagoghe, e girando per strada si vedono passare ogni tanto degli ebrei ortodossi tutti vestiti di nero, col cappellone e le treccine. L'agente immobiliare che mi ha affittato la casa, un ragazzo israeliano, storceva il naso a sentire che volevo vivere nel Settimo: "You know, I am jewish. I don't have good relationship with ghettos."

Ma il ghetto qua è il giusto mix tra affascinanti palazzi mezzi rovinati e nuove iniziative, come Szimpla o come Szóda, un altro splendido locale qua vicino.

E non vi ho ancora parlato di A38, una vecchia chiatta ucraina parcheggiata nel Danubio che ora è ristorante e sala concerti. E' vero, non è nel Settimo, ma in cinque minuti di tram ci si arriva.

Se solo avessi tempo di andarci.

venerdì 5 settembre 2008

Második lecke - Sapevatelo: il gulyás.

Gulash - from Wikipedia
Ovviamente il primo post magiaro su cosa poteva essere? Sul cibo. E in particolare sulla cucina ungherese, famosa in tutto il mondo(?).

Qual'è la prima cosa che viene in mente quando si parla di cucina ungherese? Esatto, quello. Il gulash.

Forse non tutti sanno che il gulash, in Ungheria, non esiste.

O meglio no, non è vero. Esiste. Ma non è quello che vi aspettate. Quando chiedete un gulash in Italia, quello che vi aspettate è un sostanzioso spezzatino paprikoso, immerso in un bel sugo denso e rosso scuro (fame, eh?).

Quando chiedete il gulash (gulyás o gulyásleves) in Ungheria, invece, è un piatto dello stesso colore, e che più o meno contiene gli stessi ingredienti (pezzi di carne di manzo, patate, carote... e ovviamente paprika). Ma non si tratta di un sugoso spezzatino, bensì di una bella zuppa piuttosto liquida.

Se volete lo spezzatino, c'è! Lo dovete solo cercare meglio. Si chiama pörkölt. Che poi significa letteralmente (guarda un pò) "spezzatino". A questo punto dovete solo scoprire di che carne è fatto lo spezzatino che vi offrono; ma a questa lezione non ci sono ancora arrivato.

Bon appétit, anzi: jó étvágyat!

giovedì 4 settembre 2008

Első lecke: Jó napot kivánok

Pest: Parliament By Night
Interrompo le trasmissioni baltiche per annunciare che mi sono trasferito a Budapest. Ho trovato un appartamentino nel ghetto, e sto ammirando la città prima di cominciare la mia nuova avventura, lunedì. Nel frattempo provo a imparare l'ungherese, la lingua più difficile d'Europa a detta di molti.

Ulteriori notizie a breve su questi schermi, quando mi sarò ambientato e avrò qualcosa di interessante da dire su Budapest e sugli ungheresi. A tempo perso vorrei comunque continuare a scrivere del viaggio baltico, chissà quando finirò...