sabato 22 dicembre 2007

Aereo di Natale

Christmas Plane
Tutte le compagnie aeree congolesi sono bandite dall'Unione Europea, però la prendono con allegria...

giovedì 20 dicembre 2007

Come Robinson Crusoe

Island on lake Kivu
Un'isola, in mezzo al lago Kivu. Con una singola casetta.

Paragone abusato, qua sembra la Svizzera. Una Svizzera con le palme, i manghi, la manioca.

Just Don't Do It

Just Don't Do It

Holiday in Goma

Tende e lava a Goma

(Where the slums got so much soul)

Siamo a Goma. Questa è l'unica città da cui passiamo dove non abbiamo niente da fare, dove anche volendo non potremmo lavorare. E quindi siamo in vacanza.

A 30km da qua ci sono i ribelli di Nkunda. Ci si spara quasi quotidianamente; annunci di tregue e desideri di pace sono puntualmente smentiti dai colpi di artiglieria. Goma è invasa dai caschi blu; l'aeroporto è presidiato, gli elicotteri ronzano al ritmo di uno ogni dieci minuti sulle nostre teste.

Goma ha subito anche nel 2002 l'eruzione del vulcano che incombe sulla città, il Nyiragongo. La città è stata ricoperta dalla lava; ora è stata ripulita, o più che altro ammucchiata ai bordi delle strade insieme alle macchine bruciate.

Goma vive quella che dicono essere la realtà di ogni teatro di guerra (ma questo è il primo in cui passo). Mentre a pochi passi sparano, noi siamo alloggiati in un meraviglioso albergo (dove vanno giornalisti, funzionari, personale umanitario) immerso nel verde. Dove decine (centinaia?) di migliaia di profughi premono alle porte della città, esistono dei supermercati di lusso che vendono la pasta a 5 dollari al pacco.

La sera, tutti gli "internazionali" (così si chiamano in ogni parte del mondo gli operatori di organizzazioni governative e non) accumulano i loro fuoristrada bianchi fuori da locali cool, con musica di gusto euroamericano e menù che includono pizza e spaghetti bolognaise.

E sì, lo confesso. Dopo 10 giorni a Kisangani di pranzi e cene a base di riso in bianco, banane fritte, manioca bollita e spezzatino di carne, ci siamo presi una pizza.

Muzungo sul Congo

Fiume Congo
In Swahili, "mundele" (uomo bianco) si dice "muzungo". Questo dal Kenya al Congo, passando per l'Uganda; dove la lingua si sporca (il Kenya è considerato il posto dove si parla lo Swahili più "pulito", un pò come l'Inghilterra per l'inglese), ma sostanzialmente i termini sono gli stessi. Nello stesso Congo, esteso come l'Unione Europea, si parlano "solo" quattro lingue: Lingala, Swahili, Chiluba e kikongo.

Attraversare il fiume Congo a Kisangani costa 50 franchi congolesi (10 centesimi di dollaro). Ovviamente appena ci avviciniamo ci chiedono il prezzo muzungo: 5 dollari. Ma noi non vogliamo una barca tutta per noi; vogliamo attraversare con gli altri. Dopo lungo mercanteggiare, tira e molla, e grandi risate dei presenti, ci infiliamo di forza in una barca quasi piena e stipuliamo un'andata-ritorno per 2 dollari.

La traversata si fa su una piroga scolpita in un singolo tronco. Esiste anche un traghetto, ma sinceramente la piroga mi dà più fiducia.

Il fiume Congo è molto largo, e la corrente è piuttosto forte. La tattica per attraversare consiste nell'andare un bel pezzo controcorrente lungo la riva, e poi sfidare il centro del fiume facendosi trascinare il meno possibile a valle, risalendo eventualmente dall'altro bordo. Il nostro gondoliere, che è probabilmente stato scolpito nello stesso legno della piroga, ci guida in queste manovre. Noi, in uno stato buffamente euforico, seduti su degli sgabellini a pochi centimetri dall'acqua, non ci accorgiamo quasi della corrente che ci trascina.

Sull'altra sponda del Congo, non c'è praticamente niente. Case diroccate, e una gigantesca fabbrica di legname abbandonata, con quattro gru sul fiume e tronchi colossali appoggiati su camion arrugginiti.

Kisangani è tutta di là, sulla riva nord, ed è là che torniamo. E' là che vanno tutti i pendolari delle piroghe la mattina, è da là che tornano la sera. E infatti al ritorno la piroga è tutta nostra, gondoliere e tramonto.

domenica 16 dicembre 2007

Botteghe oscure

Champs Elysées
Champs Elysées

Maradona Diamond
Sempre il più forte

Force De Frappe
Alla faccia di De Gaulle

Zidane Diamant
La testa di diamante

Pas à vendre
Non vendesi

Prima di vendere
"Prima di vendere qualsiasi cosa nella vita, bisogna riflettere bene"

Disco la Bible
Non ballare, pensa a me

venerdì 14 dicembre 2007

Christmas with the Yours

Natale a Kinshasa

Ogni tanto leggo mail, vedo siti, sento persone... (mi muovo, conosco, faccio cose). Il Natale sta arrivando, è chiaro. La morsa del freddo, in Italia nevica, bianco Natal.

Anche qua Natale si avvicina. La foto di cui sopra è stata scattata alla reception dell'Hotel Invest il giorno 6 dicembre, quando siamo passati per Kinshasa. Alla tenera temperatura di 30 gradi è stato confortante vedere Babbo Natale, l'alberello (but not a true tree) e il giocondo pupazzotto ad aspettarci.

Il 7 dicembre, al nostro arrivo a Kisangani, un gruppo di bambini della parrocchia accanto alla missione dove dormiamo ha eseguito uno "Stille Nacht" perfettamente intonato (ancorché non saprei dire in che lingua).

E devo dire che seduto qui, sudato nella mia stanza, questi pensieri un pò mi rinfrescano. Subito dopo il ricordo del documentario sul festival del Nord di Murmansk che ho visto sul volo Parigi-Kinshasa.

Critical Kis

Biciclette a Kisangani
E' il secondo venerdì del mese, ma a Kisangani non c'è alcun bisogno di convocare una Critical Mass.

Mi ero stupito di non vedere quasi nessuna bici a Lubumbashi, città piatta e ipertrafficata; lì spostarsi in bici sarebbe perfetto.

Pensavo che la cosa fosse dovuta alla difficoltà di recuperare biciclette in Congo, e già mi immaginavo progetti di ciclofficine. Poi sono arrivato a Kisangani. Qua tutti si muovono in bici, o al massimo in moto. Le due ruote la fanno da padrone, quando ci muoviamo in macchina siamo quasi gli unici. Taxi se ne trovano pochi, ma a ogni angolo si può affittare un mototaxi.

Ovviamente dietro ogni cosa c'è una storia. Questa ce l'ha raccontata l'Abbé Bwanga (personaggio che meriterebbe un post a parte, vedremo). Durante la guerra, a Kisangani non erano i congolesi a combattere, bensì gli eserciti Rwandese e Ugandese che avevano scelto Kisangani come campo di battaglia. E già questo è abbastanza interessante.

Durante il conflitto, una delle due parti (non mi ricordo quale, ma ha importanza?) ha sequestrato tutti gli autoveicoli alla popolazione. Ed è così che le persone hanno cominciato a tirare fuori le bici.

Mmh, magari bisognerebbe sequestrare le macchine anche in Italia?

O bastano gli scioperi delle autocisterne?

lunedì 10 dicembre 2007

Pubblicità Progresso

Rien ne vous rapproche comme...
Lo so, mi è presa la fissa delle foto alle scritte. Che volete fà. Questa è pure un pò "montata". Una delle compagnie telefoniche locali ha come slogan "Niente vi avvicina come Vodacom" (ho fatto pubblicità, mamma mia). E presa da un certo angolo dietro alla base MONUC, bè... Ecco qua.

Più in generale, tanto per ritornare alle storie economiche, viaggiando per il Congo ci si accorge che le uniche società che fanno pubblicità qui sono le compagnie telefoniche (di cellulari, qua non esiste telefonia fissa, l'ho già detto no?) e... Le birre. Birrifici che sono tra l'altro praticamente le uniche industrie di trasformazione presenti nel territorio. La terra è ricca di materie prime, ma ce le rubiamo tutte noi e le trasformiamo altrove. Ci mancherebbe che qui si mettessero a tostare il caffè o a lavorare i diamanti. Però gli lasciamo la birra.

domenica 9 dicembre 2007

Per chi ha fretta

Canal De Vie: L'Evangile à grande vitesse
Questa è una delle radio in cui siamo andati a installare la connessione a Lubumbashi.

"Radio Canal de Vie: il vangelo a grande velocità"

mercoledì 5 dicembre 2007

Anche qui c'è KFC.

Katanga Fried Chicken
Niente, questa foto la dovevo mettere, tutto qua. Ogni commento è superfluo.

Aguzzate la vista

Lubumbashi Centre
Beccatevi questo bel (si fa per dire, certo avendo un fotografo decente a portata di mano) panorama del centro di Lubumbashi, e fate caso ad alcuni piccoli dettagli.

Prima occhiata: la strada è riccamente asfaltata, ci sono i marciapiedi, le case sono ripittate. Certo, si attraversa in mezzo alla strada, ma anche da noi, no? Qua ci sono dei bellissimi semafori. Hanno la stessa forma che a Bruxelles.

Le macchine in giro sono quasi tutte messe bene, sono principalmente SUV o sedan all'americana; spopolano le Toyota. E hanno i vetri al loro posto, anzi: hanno gli alzacristalli elettrici. La cosa lievemente peculiare è che quasi tutte hanno la guida a destra. Tipicamente perché vengono importate dagli Emirati, e altri paesi in cui si guida dal lato sbagliato. Qui c'è una specie di mischione, ma sembra che se la cavino. C'è un esercito di vigili dalla camicia gialla per tenere a bada il traffico.

Il traliccio che occupa mezza foto non è atipico. La città è piena di tralicci così. Si tratta principalmente di antenne per i cellulari o per la connessione a Internet. In un paese dove non esiste fibra ottica o rete telefonica fissa, tutto passa per l'etere. Concorso: quante antenne si vedono in questa foto? La soluzione a pagina 46.

La montagnola che vedete lì in fondo è artificiale. Qui siamo in zona mineraria, si tratta semplicemente di una montagna di scarti di alcune miniere locali.

Raccolta differenziata; ma la tecnologia avanza. Talmente tanto che una società olandese ha scoperto che da quella montagnola possono ricavare ancora una discreta quantità di minerali. La stanno quindi setacciando per tirarli fuori. Immagino che tornando l'anno prossimo e facendo la stessa foto, troveremmo un'altra montagnola leggermente più piccola, giusto accanto a questa. Aspettando le prossime evoluzioni tecnologiche.

sabato 1 dicembre 2007

Tanti auguri a noi

Vendeuse de perroquets mécaniques
In questi primi giorni a Lubumbashi, non siamo andati molto in giro. Sostanzialmente siamo rimasti chiusi in un ufficio a installare dei PC e lavorare su un server. Non molto diverso da casa, insomma.

Le cose cambieranno (ah, se cambieranno!), ma per il momento il nostro panorama sulla città è il balcone dell'ufficio, che si affaccia su una delle strade più centrali e trafficate di Lubumbashi.

La ragazza ritratta nella foto, in particolare, vende degli aggeggi sui quali si può registrare un suono (una melodia, una voce, fate voi). L'aggeggio è poi in grado di ripetere ad libitum il suono inserito. Per far apprezzare qualità del suono e resistenza dell'apparecchio, in questi ultimi giorni la giovane venditrice ci ha deliziato con la musichetta di "Tanti auguri a te" per tutta la giornata. Una festa.