giovedì 20 dicembre 2007

Holiday in Goma

Tende e lava a Goma

(Where the slums got so much soul)

Siamo a Goma. Questa è l'unica città da cui passiamo dove non abbiamo niente da fare, dove anche volendo non potremmo lavorare. E quindi siamo in vacanza.

A 30km da qua ci sono i ribelli di Nkunda. Ci si spara quasi quotidianamente; annunci di tregue e desideri di pace sono puntualmente smentiti dai colpi di artiglieria. Goma è invasa dai caschi blu; l'aeroporto è presidiato, gli elicotteri ronzano al ritmo di uno ogni dieci minuti sulle nostre teste.

Goma ha subito anche nel 2002 l'eruzione del vulcano che incombe sulla città, il Nyiragongo. La città è stata ricoperta dalla lava; ora è stata ripulita, o più che altro ammucchiata ai bordi delle strade insieme alle macchine bruciate.

Goma vive quella che dicono essere la realtà di ogni teatro di guerra (ma questo è il primo in cui passo). Mentre a pochi passi sparano, noi siamo alloggiati in un meraviglioso albergo (dove vanno giornalisti, funzionari, personale umanitario) immerso nel verde. Dove decine (centinaia?) di migliaia di profughi premono alle porte della città, esistono dei supermercati di lusso che vendono la pasta a 5 dollari al pacco.

La sera, tutti gli "internazionali" (così si chiamano in ogni parte del mondo gli operatori di organizzazioni governative e non) accumulano i loro fuoristrada bianchi fuori da locali cool, con musica di gusto euroamericano e menù che includono pizza e spaghetti bolognaise.

E sì, lo confesso. Dopo 10 giorni a Kisangani di pranzi e cene a base di riso in bianco, banane fritte, manioca bollita e spezzatino di carne, ci siamo presi una pizza.

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