giovedì 20 dicembre 2007

Muzungo sul Congo

Fiume Congo
In Swahili, "mundele" (uomo bianco) si dice "muzungo". Questo dal Kenya al Congo, passando per l'Uganda; dove la lingua si sporca (il Kenya è considerato il posto dove si parla lo Swahili più "pulito", un pò come l'Inghilterra per l'inglese), ma sostanzialmente i termini sono gli stessi. Nello stesso Congo, esteso come l'Unione Europea, si parlano "solo" quattro lingue: Lingala, Swahili, Chiluba e kikongo.

Attraversare il fiume Congo a Kisangani costa 50 franchi congolesi (10 centesimi di dollaro). Ovviamente appena ci avviciniamo ci chiedono il prezzo muzungo: 5 dollari. Ma noi non vogliamo una barca tutta per noi; vogliamo attraversare con gli altri. Dopo lungo mercanteggiare, tira e molla, e grandi risate dei presenti, ci infiliamo di forza in una barca quasi piena e stipuliamo un'andata-ritorno per 2 dollari.

La traversata si fa su una piroga scolpita in un singolo tronco. Esiste anche un traghetto, ma sinceramente la piroga mi dà più fiducia.

Il fiume Congo è molto largo, e la corrente è piuttosto forte. La tattica per attraversare consiste nell'andare un bel pezzo controcorrente lungo la riva, e poi sfidare il centro del fiume facendosi trascinare il meno possibile a valle, risalendo eventualmente dall'altro bordo. Il nostro gondoliere, che è probabilmente stato scolpito nello stesso legno della piroga, ci guida in queste manovre. Noi, in uno stato buffamente euforico, seduti su degli sgabellini a pochi centimetri dall'acqua, non ci accorgiamo quasi della corrente che ci trascina.

Sull'altra sponda del Congo, non c'è praticamente niente. Case diroccate, e una gigantesca fabbrica di legname abbandonata, con quattro gru sul fiume e tronchi colossali appoggiati su camion arrugginiti.

Kisangani è tutta di là, sulla riva nord, ed è là che torniamo. E' là che vanno tutti i pendolari delle piroghe la mattina, è da là che tornano la sera. E infatti al ritorno la piroga è tutta nostra, gondoliere e tramonto.

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